Alcune regole per godere del piacere di un’escursione ben riuscita:
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Un po’ di allenamento prima di partire. Meglio consultare il medico per individuare eventuali limiti all’attività in quota e per adottare qualche precauzione.
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Preparare il percorso, studiare la carta topografica, prevedere i punti di sosta, ricordare i numeri dei sentieri, e soprattutto informarsi sui tempi, quando partire e quando iniziare il rientro per non farsi sorprendere dal buio. Ricorrere eventualmente alla consulenza delle locali Sezioni del CAI o delle Guide Alpine, per ottenere informazioni aggiornate. Non uscire mai dai sentieri!!
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Informare su dove si va, con chi, quando si rientra e lasciare un segno del proprio passaggio sui libri dei rifugi, dei bivacchi e di vetta. Evitare di muoversi da soli!!
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Preparare con cura lo zaino e l’abbigliamento dopo aver consultato le previsioni meteo: se è previsto tempo a rischio è meglio rimandare o accorciare il percorso.
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Partire piano per scaldare i muscoli e poi mantenere un ritmo costante e lento calcolando circa 350 metri all’ora di dislivello in salita e 500 in discesa. Non spendere subito tutte le energie: bisogna affrontare anche il ritorno. La rarefazione dell’ossigeno in quota, provoca una progressiva riduzione della forza muscolare e può portare anche a delle conseguenze fisiologiche gravi. Modulare quindi lo sforzo facendo attenzione ai sintomi del “mal di montagna” quali il mal di testa, colpi di tosse, insonnia, nausea e vomito, malessere generale o debolezza. Tali sintomi possono migliorare scendendo di quota.
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Fare attenzione che il ritmo cardiaco non superi le 130 pulsazioni al minuto, fermarsi ogni 2 ore almeno, bere spesso (almeno 2 litri per escursione) e mangiare anche saltuariamente cioccolata, frutta, biscotti. Non bere alcolici, soprattutto con il freddo, poiché l’alcool produce vasodilatazione e quindi accentua l’azione del freddo. Se c’è vento, l’azione del freddo si moltiplica per 10, con l’umidità per 14.
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Informarsi sul rischio temporali e sulla presenza di rocce a base ferrosa lungo l’itinerario. Il fulmine colpisce i luoghi più elevati ed appuntiti, quindi evitare creste, punti esposti e cime; mantenere la distanza di sicurezza di 30 metri tra le persone, evitare la sosta a fianco delle pareti verticali liberandosi di oggetti metallici ed evitare i margini del bosco con piante di alto fusto; in casi estremi rannicchiarsi a “palla”.
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In caso di emergenza, richiamarsi alle norme di comportamento suggerite dal Soccorso Alpino.
Chiamando il 118 da cellulare, specificare bene la provincia e luogo dell’incidente. -
Se ci si è persi, evitare di “arrangiarsi” poiché si potrebbero peggiorare le cose! Anche in questo caso i consigli del Soccorso Alpino sono un’efficace opera di prevenzione.
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Non fidarsi del cellulare spesso in montagna non c’è alcun segnale di campo.
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Infine, in caso di incontro “indesiderato” con qualche animale o insetto, spesso una puntura di zecca, è sempre opportuno passare al pronto soccorso, perché solo il medico potrà verificare se c’è il rischio di “animale infetto” con conseguenze anche pericolose.